il Monastero di Vallbona de les Monges e Montblanc
Il giorno successivo ci siamo svegliati e dopo una buona colazione ci siamo avviati verso Vallbona de les Monges, l’ultimo dei tre monasteri della Ruta del Cister. E’ l’unico monastero femminile dei tre, che conserva ininterrottamente la comunità da 850 anni. Siamo arrivati troppo presto per visitare il monastero dato che di domenica apre alle visite dalle 12 in poi.
Abbiamo fatto un giro per il paese: è talmente piccolo che ci abitano 259 persone. Abbiamo visto gli antichi lavatoi del paese. Siamo entrati all’interno della cooperativa Celler l’Olivera, una cooperativa fondata nel 1974 per permettere a persone con vari tipi di disabilità di poter trovare lavoro nell’agricultura. Si dedicano principalmente alla produzione del vino ma fanno anche l’olio. Organizzano visite guidate durante il weekend ma purtroppo non c’erano più posti disponibili. Dato che sono stati molto accoglienti con noi per ricambiarli ho comprato una bottiglia di vino rosso, forte ma molto buono.
Il paesino ospita anche un museo del cinema (chissà come mai) che non abbiamo avuto il tempo di visitare. Poco prima di arrivare al paese abbiamo notato un campo di terreno tutto pieno di spaventapasseri. Nell’ ufficio del turismo abbiamo scoperto che sono stati costruiti dagli abitanti del paese con vestiti riciclati per testimoniare il loro amore nei confronti della natura. Loro infatti non li chiamano spaventapasseri ma “adorapasseri”. Ogni spaventapasseri è stato adottato da una famiglia che se ne prende cura durante tutto l’anno. Con il tempo l’incrocio dove si trovano gli spaventapasseri è diventato piuttosto famoso. Proseguendo nella visita del paesino, non abbiamo visto molta gente in giro. Alcuni anziani andavano a messa nella chiesa del monastero. Adorabili gattini passeggiavano per strada senza nessuna paura degli umani e/ o delle macchine.
IL MONASTERO DI VALLBONA DE LES MONGES
Alle 12 siamo entrati nel monastero, ma la prima visita guidata (inclusa nel prezzo della visita) era in catalano. Dato che avevamo prenotato in un ristorante lì vicino e non volevamo arrivare tardi abbiamo deciso di seguirla lo stesso. Devo dire che sono riuscita a capire più o meno il 70% di quello che veniva detto. Ci sono varie parole infatti che sono più simili all’italiano rispetto allo spagnolo. La visita è iniziata nell’antico dormitorio del monastero. Abbiamo assistito a un video che raccontava la storia del monastero e in seguito siamo passati nell’antica erboristeria. Alle monache infatti spettava il compito di preparare dei rimedi con le erbe naturali contro i principali malanni dell’epoca.
Siamo poi passati a visitare la sala capitolare e la chiesa che è stata costruita al finale del dodicesimo secolo. Ospita al suo interno il sepolcro della regina Violante dell’Ungheria, sposa del re Giacomo I il conquistatore e sua figlia, Sancha di Aragona. La prima notizia documentata del monastero risale al 1153. Si parla di un gruppo di eremite che si uniscono all’ordine cistercense precisamente nel monastero di Vallbona, per mano dell’abbadessa Oria Ramirez. Per ultimo il claustro che come gli altri due monasteri inizia a essere costruito con lo stile romanico e viene terminato con lo stile gotico.
INFORMAZIONI:
dal primo novembre al 28 febbraio: Da martedì a sabato, dalle 10.30 alle 13.30 h e dalle 16 alle 17 h
Domenica, dalle 12 alle 13.30 h e dalle 16 alle 17 h
01/03 – 31/10: Dal martedì al sabato, dalle 10.30 alle 13.30 h e dalle 16 alle 18 h
Domenica e festivi, dalle 12 alle 13.30 h e dalle 16 alle 18 h
MONTBLANC
La visita è durata in tutto un’ora e un quarto. Eravamo in ritardo per il ristorante e non prendeva nemmeno il cellulare di modo che non avevo neanche il modo di avvisare per il ritardo! Per fortuna ho chiamato una volta che avevo campo e mi hanno risposto gentilmente che avevano il tavolo riservato per noi e che ci aspettavano. Il ristorante Cal Gaya si trova a Prenafeta, a 5 km da Montblanc e ve lo consiglio vivamente.
I proprietari sono gentilissimi e abbiamo mangiato benissimo. Hanno un menù di 18 euro dove si può scegliere un primo piatto, un secondo piatto, un dolce e include il pane e il vino. In più, nel ristorante sono esposte le collezioni di Barbie e di giochi per l’infanzia della moglie del proprietario. Ci siamo diretti poi verso l’ultima tappa del nostro viaggio: Montblanc, un incantevole paesino con un centro storico completamente circondato da muraglie medioevali.
Il perimetro delle mura è di 1500 metri, e furono innalzate nel medioevo a causa delle continue invasioni che soffriva la città. Durante i secoli persero la loro funzione difensiva e i fossi venivano utilizzati come pascolo per le pecore. Le torri vennero addirittura utilizzate come abitazioni. L’erosione del tempo atmosferico e l’incuria le avevano ridotte in malo stato ma a partire dal 1971 hanno iniziato a restaurarle. Ci sono quattro portali di ingresso alla città e varie torri a pianta quadriangolare, a parte un’unica torre eccezionalmente pentangolare.
Fuori dalle mura abbiamo visto il convento e santuario della Serra, fondato come antico ospedale per i poveri. Si possono godere delle belle viste dei dintorni di Montblanc. Infine all’interno delle mura abbiamo visto la chiesa più importante del paese, la Chiesa di San Francesco, anch’essa romanica. Si dice addirittura che San Francesco d’Assisi sia passato di qui. Prima di lasciare Montblanc per tornare a Barcellona, abbiamo dato un ultimo sguardo alla bella cittadina e alle sue mura, alla prossima Montblanc!
Per dare un’occhiata alla visite organizzate a Montblanc date un’occhiata qui