Sigiriya, la rocca del Leone
Alloggiare a Dambulla è stata una mossa veramente intelligente dal punto di vista logistico. Questo ci ha permesso di arrivare a Sigiriya molto rapidamente data la strategica vicinanza tra i due posti. Di buona mattina ci siamo quindi diretti verso la rocca del leone, chiamata così per via delle zampe di leone di pietra disposte ai lati della scalinata che conduceva al palazzo vero e proprio del re Kassapa. Le zampe sono quello che rimane della cosiddetta Porta del Leone. Avevano lo scopo di impressionare e intimorire i visitatori e farli rendere conto dell’importanza e magnificenza del re. Obiettivo sicuramente centrato dato che anche adesso si rimane senza parole vedendoli.
STORIA DI SIGIRIYA
La storia del re Kassapa è interessante ma allo stesso tempo un pò inquietante. Per arrivare al potere uccise, murandolo vivo, suo padre Dhatusena, colpevole di aver nominato al trono suo fratello Mogallana, legittimo erede al trono. Il fratello fuggì in India giurando vendetta e si dedicò a radunare un esercito per rivendicare il suo regno. Kassapa sapeva ovviamente che il fratello sarebbe tornato. Proprio per questo motivo costruì il palazzo sopra la rocca di Sigiriya, così da poter controllare dall’alto eventuali intrusioni e poter contrattaccare senza fatica. Quello che sembrava un piano perfetto però fallì miseramente alla prova dei fatti. Invece di attendere l’arrivo dell’esercito nemico, Kassapa scese dalla rocca e fu sconfitto dalla superiorità numerica dei combattenti del fratello. I suoi combattenti lo abbandonarono e si uccise per evitare la vendetta del fratello. Dopo la sua morte la rocca venne abbandonata e il regno spostato altrove.
LA VISITA
Appena pagato il biglietto d’ingresso, si entra nel complesso monumentale e si incrociano subito i giardini acquatici e il fossato che circondava tutto il complesso. Il bello è che tutto questo permette di avvicinarsi piano piano alla rocca e vederla ingrandirsi sempre di più fino ad arrivare ai suoi piedi ed apprezzarne tutta l’immensità con dovizia di particolari.
Di tutte le città imperiali che abbiamo visitato in Sri Lanka, Sigiriya era senza dubbio la più affollata. Armatevi quindi di pazienza se dovete fare qualche fila come è successo a noi. Vi distraerete sicuramente guardando le scimmie che si rincorrono tra di loro o i bambini impazienti di salire che si intrufolano tra le persone in attesa per cercare di guadagnare qualche centimetro in più verso la meta. Sigiriya poi è un altro posto che per chi soffre di vertigini costituisce una bella sfida. Le scale sono tutte in salita e a volte un pò traballanti, ma come si suol dire NO PAIN, NO GAIN (senza dolore non c’è vittoria). Mi sono messa l’anima in pace e sono salita anch’io senza fare tante storie.
Prima di arrivare in cima c’è una sosta interessante da non mancare. Una galleria di affreschi raffiguranti danzatrici chiamate Fanciulle di Sigiriya, tra i più antichi conservati in tutto il paese. Rappresenta l’unico ciclo di affreschi di carattere non religioso pervenuto fino ai giorni nostri di quell’epoca, e quest’aspetto lo rende ovviamente imperdibile. Oggi rimane ben poco dell’affresco originale: le pitture sono state in parte rovinate dall’usura del tempo e in parte da un vandalo nel 1967. Una volta invece arrivati sulla vetta, quello che colpisce di più è il panorama circostante. I resti del palazzo imperiale infatti si limitano alle fondamenta e non sono molto impressionanti.
Anche Sigiriya è stata definita nel tempo come Ottava Meraviglia del Mondo (così come El Escorial) e avendola visitata abbiamo chiaro il perchè, è un posto veramente spettacolare!