Cardona, la città del sale
Il sale è un ingrediente imprescindibile nella maggior parte delle ricette. Talmente presente nelle nostre cucine che lo diamo per scontato. Il dizionario riporta alla voce sale questa definizione: cloruro di sodio cristallizzato per evaporazione dell’acqua marina o per estrazione delle miniere, impiegato per insaporire o conservare gli alimenti. Al giorno d’oggi è economico e facilmente reperibile. Ma è sempre stato così?
Siamo andati a Cardona per scoprire che in passato le cose funzionavano diversamente. Il sale aveva un valore così grande da diventare il pagamento dei lavoratori (ecco spiegata l’origine della parola salario!) La visita al parco culturale della montagna di sale e al castello ci hanno permesso di scoprire la storia di questa città, legata a doppio filo con la storia del sale.
LA MONTAGNA DI SALE
Chiudete gli occhi un attimo e cercate di immaginarvi un’enorme montagna di sale. Il bianco si è mescolato con il grigio e il marrone: varie striature di questi tre colori percorrono queste cime. Ehi, aspetta un attimo, mi direte voi. C’è qualcosa che non va! Com’è possibile aver trovato il sale proprio qui nella Catalogna centrale, lontana dal mare? Per rispondere a questa domanda bisogna retrocedere nel tempo fino a 40 milioni di anni fa. L’Oceano Atlantico arrivava infatti fino a qui. La formazione dei Prepirenei lo trasformò in un mare interno. Pian piano l’acqua del mare evaporò depositando il sale sul fondo che venne ricoperto dalla terra. Manca però il passaggio fondamentale che trasformò il paesaggio in quello odierno: la pressione esercitata dalla formazione dei Pirenei fece sì infatti che il sale sedimentato fuoriuscisse formando la montagna salina.
Dal Neolitico in poi tutte le popolazioni che sono passate di qui hanno sfruttato la montagna per estrarre il sale. Fino al 1900 l’estrazione avveniva a cielo aperto, con dei metodi rimasti quasi inalterati nel tempo. Da quell’anno in poi l’uomo iniziò a perforare la montagna per sfruttare i tesori nascosti al suo interno. Inizialmente l’obiettivo rimase lo stesso, ma nel 1912 una scoperta sensazionale cambiò il destino della miniera di sale per sempre. Nascosto tra il sale comune venne trovato il sale potassico che serve per fabbricare esplosivi. Nel 1923 la Unión Española de Explosivos S.A. comprò la montagna di Cardona con il progetto di aprire una nuova miniera.
VISITA ALLA MINIERA
Se da fuori la vista della montagna già impressiona, visitarne l’interno è veramente un’esperienza da non perdere. Noi siamo andati il primo weekend di luglio, e il contrasto tra il caldo di fuori con il freschino all’interno della miniera era molto piacevole. Il biglietto d’entrata costa 12 euro e offre una visita guidata (obbligatoria) di un’ora all’interno della miniera. Le visite guidate vengono offerte solo in spagnolo o in catalano ma sono disponibili delle audioguide in inglese o in francese. Trattandosi di un sito molto turistico, vi consigliamo di prenotare per evitare spiacevoli sorprese. Per acquistare i biglietti in anticipo, potete visitare la pagina ufficiale del turismo di Cardona.
Il punto di ritrovo per la visita guidata è all’ingresso del centro informazioni, vicino al parcheggio gratuito. Veniamo fatti accomodare all’interno di un pulmino che ci porterà fino all’ingresso della miniera. Prima di entrare ognuno di noi dovrà indossare un casco protettivo obbligatorio per tutta la durata della visita. Leo, che ho portato nel marsupio, non l’ha dovuto portare. La nostra bravissima guida riesce nel difficile obiettivo di farci appassionare al mondo minerario. Ci spiega con termini semplici concetti molto complessi, si vede che ama il suo lavoro.
Lui ci mette del suo ma è decisamente aiutato dall’ambiente circostante. Appena mettiamo piede all’interno della miniera è tutto un wow, accipicchia, nasi all’insù e scattare impulsivo delle fotocamere. Siamo a 82 metri sotto il livello del mare, non scenderemo mai sotto questo livello eppure i minatori qui sono arrivati fino 1.308 metri di profondità. Riuscite ad immaginarvi di dover lavorare a quel livello di profondità con 50 gradi di temperatura per 6 ore al giorno 6 giorni alla settimana? L’inferno a confronto sembra quasi un luogo piacevole dove stare, non trovate anche voi?
LA CAPPELLA SISTINA E LE ALTRE SALE
Immagino che il titolo vi abbia fatto trasalire. Ma come? Cosa centra la cappella sistina con una miniera di sale catalana? Non ti sarai mica sbagliata? No ragazzi, è proprio così! Una delle sale che possiamo visitare è talmente impressionante da essere stata paragonata al capolavoro di Michelangelo. Prima di arrivare fino a lì però, passiamo attraverso la sala Corallo chiamata così per via della somiglianza delle stalattiti e stalagmiti di sale con i coralli marini. Il continuo gocciolio dell’acqua è il rumore predominante di questa sala: cadendo a terra l’acqua evapora e il sale che rimane forma le stalagmiti che pian piano incontreranno le stalattiti per formare una colonna di sale.
La Cappella Sistina alla fine del nostro percorso ci lascia totalmente senza parole. E’ stata chiamata così per via della bellezza dei colori che si possono ammirare al suo interno. Non solo il bianco del sale dunque, ma anche il rosso e il giallo che le donano un aspetto veramente inconfondibile. Per capire la potenza di conservazione del sale la guida ci mostra un pipistrello morto che è stato inglobato all’interno di una stalattite di sale. La stessa cosa è successa a una scala abbandonata dai minatori che è arrivata integra ai giorni nostri. Uscire dalle gallerie ci provoca un effetto di straniamento doppio: gli occhi devono riabituarsi al sole tanto quanto noi dobbiamo riabituarci a tornare in superficie.
Visitare queste magnifiche sale non deve però farci dimenticare le dure condizioni di lavoro dei minatori. La guida ci mostra delle foto degli anni 20 che ritraggono i minatori con delle ciabatte senza alcun tipo di protezione. Con il passare del tempo la situazione migliorò solo parzialmente, tanto che un incidente a uno degli ascensori che trasportava i minatori fuori dalla miniera provocò tantissimi morti.
IL CENTRO STORICO DI CARDONA
Le miniere e il castello di Cardona catturano l’interesse del viaggiatore, ma vi assicuro che vale la pena riservare un pò di tempo anche al suo centro storico. E’ veramente facile da girare a piedi anche grazie al fatto che le macchine non possono circolare al suo interno. Le stradine sono strette e acciottolate, la pietra predomina (come abbiamo visto a Mura e in tanti altri paesini catalani). L’aspetto è quello di un borgo medievale che si è conservato perfettamente fino a i giorni nostri. Da alcuni punti della città poi ci sono dei punti panoramici che permettono di scattare delle bellissime foto sia del castello che della montagna di sale dall’alto.
Se vi è venuta un pò di fame (come è successo a noi) ecco un ristorante in cui vale assolutamente la pena fermarsi: Cal Borrasca. E’ uno di quei rari casi in cui si può dire bello, buono e con un prezzo giusto! Trattandosi di un ristorante con pochi coperti meglio prenotare. Se per caso fosse pieno, vi lascio altri due ristoranti che ci hanno consigliato ma dove non siamo riusciti a passare, La Premsa e La Volta del Rector.
IL CASTELLO DI CARDONA
Al-Andalus, Orson Welles, la guerra di successione, Parador Nacional…potrebbero sembrare parole buttate lì a caso ma il filo conduttore che le unisce è il castello di Cardona. E’ uno dei castelli più imponenti di tutta la regione e il motivo è dovuto ancora una volta, pensate un pò, al sale. I duchi di Cardona grazie alle ricchezze accumulate con la miniera di sale e gli enormi possedimenti terrieri erano talmente influenti da essere chiamati re senza Corona.
La visita guidata al castello costa 8 euro e, come per la miniera di sale, è disponibile solo in spagnolo e catalano. E’ possibile comprare anche un biglietto combinato che unisce le due visite a un prezzo scontato (vi rimando a questo sito per ulteriori informazioni). Noi abbiamo deciso di visitare il castello per conto nostro e abbiamo pagato 6 euro. Parte del Castello è diventata ora Parador Nacional, una catena spagnola di hotel lussuosi. I prezzi non sono molto economici ma se vi attrae la possibilità di dormire all’interno di un castello medievale allora qua avete trovato pane per i vostri denti!
LA STORIA E LA VISITA AL CASTELLO
La costruzione del castello risale al 886 d.C. Venne costruito per controllare il territorio che era stato sottratto a Al-Andalus. La torre della Minyona testimonia com’era il castello nel momento della sua fondazione. E’ la parte più antica del castello e dalla sua cima si può godere un meraviglioso colpo d’occhio sulla città e sulla valle circostante. La sala Ducale e il patio d’armi sono il centro nevralgico del castello dove si accede al Parador e l’inizio della visita guidata.
Per accedere alla chiesa di San Vincenzo di Cardona abbiamo dovuto aspettare il gruppo che seguiva la visita dato che non è possibile circolare al suo interno liberamente. Il custode della chiesa ci ha raccontato che questa chiesa è stata costruita intorno all’anno mille. Grazie al suo stato di conservazione perfetto è uno dei migliori esempi di primo romanico catalano. La chiesa è piuttosto spoglia al suo interno e gli affreschi che si possono ammirare sono in realtà delle copie (gli originali si conservano a Barcellona nel MNAC). Il suo fascino particolare però ha ammaliato registi di tutto il mondo: sono innumerevoli le serie e i film che sono stati ambientati qui. Orson Welles, tra gli altri, girò qui parte del film Falstaff.
Il castello raggiunse il suo momento di massimo auge durante il Medioevo. Nel 1714 fu tra gli ultimi territori a cadere dopo la fine della guerra di successione spagnola. Da lì iniziò un lungo declino, alcune parti del castello vennero cedute all’esercito per diventare il loro quartiere generale. L’abbandono dei soldati coincise con un lento lavoro di recupero che ha riportato il castello ai suoi antichi splendori.
Per concludere, vi consiglio assolutamente una visita a questa incantevole città catalana che ha veramente tutte le caratteristiche giuste per poter attirare qualsiasi turista o viaggiatore curioso. Fatemi sapere nei commenti se ne avevate mai sentito parlare o se ci siete già stati. Alla prossima avventura!
12 commenti
Alessia
Non conoscevo Cardona e la sua miniera di sale, quindi bellissima scoperta! Sembra davvero impressionante e imperdibile oltre ad essere davvero suggestiva! Mi incuriosisce particolarmente l’accostamento con la Cappella Sistina quindi non vedo l’ora di vedere questa bellezza con i miei occhi!!
Martina Curra
Penso che il paragone sia azzeccato avendole viste tutte e due quindi immaginati che sogno!
Marina
Che posto fantastico, pur conoscendo abbastanza bene la Spagna non lo conoscevo, ma penso meriti davvero una visita. E dormire in un Parador è sempre stato uno dei miei desideri, quindi dovrò organizzare prima o poi!
Martina Curra
Anche io sogno di dormire in un parador prima o poi 😍
Raffaella M.
Non appena ho letto il titolo di questo post ne sono rimasta colpita ed incuriosita perché anche la mia zona nei secoli passati è stata legata al trasporto del sale dalla Liguria verso l’entroterra. L’ho letto quindi con curiosità e con estremo piacere. Intanto mai mi sarei aspettata di trovare miniere di sale nella Catalogna centrale, poi mi ha incuriosita molto la visita alla miniera posta a 82 metri sotto al livello del mare. Lo spettacolo delle forme e delle diverse colorazioni delle stalattiti e stalagmiti di sale penso lasci senza fiato, per lo meno ho avuto quella sensazione guardando le tue immagini. Spero di poter inserire questa località in un prossimo tour in Spagna.
Ciao
R.
Martina Curra
La visita a Cardona merita moltissimo, non rimarrai delusa ne sono certa 😁
Eliana
Eh ma che meraviglia! Non conoscevo affatto Cardona e la grotta del sale e, da appasionata di miniere e di grotte, mi segno assolutamente questo luogo perchè lo voglio visitare un giorno! Grazie dell’articolo, molto interessante! E che dire dello spettacolo della grotta? Il sale rende ogni luogo magico!
Martina Curra
Sono contenta che ti sia piaciuto, ti assicuro che è un luogo veramente magico!!!!!!
Valentina
Sai che non avevo mai sentito parlare di Cardona. Che scoperta interessante grazie a questo tuo blogpost 🙂 Ti ringrazio.
Conosco poco la Catalogna, nonostante sia stata molte volte in Spagna, e sicuramente quando tornerò a Barcellona, includerò Cadorna nell’itinerario. La visita alla miniera del sale, così come quella al castello, mi ha molto incuriosito.
Martina Curra
Ottimo, poi mi farai sapere se ti è piaciuta quando ci andrai 😊
Rossella
Peccato io non conoscessi, prima del tuo articolo, questa città. Siamo stati in Spagna qualche anno fa e sicuramente l’avrei inserita nel tour. Abbiamo visitato già le MIniere di Sale in Polonia e le saline in Francia: continuare lungo questa “via del sale” sarebbe stato interessante per me.
Martina Curra
Mi è venuta voglia di visitare altre miniere di sale infatti dopo aver visto quella di Cardona 😊