parco nazionale di doñana
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Il parco nazionale di Doñana

Se si guarda con attenzione una mappa dell’Andalusia, una macchia verde salterà subito all’occhio. Si trova vicino a Sanlúcar de Barrameda, la maggior parte dei suoi confini sono modellati dalla Natura. Il fiume Guadalquivir e l’Oceano Atlantico sono suoi guardiani fedeli. Alcuni numeri basteranno a farvi capire l’enorme importanza di questo parco. La sua enorme estensione di 122 487 ettari (considerando anche il parco naturale) lo converte nella maggiore riserva ecologica d’Europa. E’ l’habitat naturale di più di 300 specie di uccelli, 5 di esse in via di estinzione.

L’attività umana all’interno del parco nazionale di Doñana è quasi del tutto assente. Questo era in parte vero anche in passato, ma soprattutto ora che il parco è protetto dall’UNESCO. Le visite sono fortemente limitate per poter preservare il più possibile questo paradiso naturale. E’ assolutamente vietato avventurarsi da soli al suo interno. Tutte le visite sono gestite da agenzie autorizzate. Qui di seguito ti racconterò la nostra esperienza all’interno del parco, ma prima parleremo della storia del parco e delle motivazioni che lo hanno fatto entrare a pieno diritto nella lista dei patrimoni dell’Umanità.

LE ORIGINI DEL PARCO

costa del parco di doñana

Pare che fu una delusione d’amore a spingere Ana de Silva de Mendoza, duchessa di Medina Sidonia, a rifugiarsi nel palazzo che avevano all’interno della loro riserva di caccia. Da quel momento in poi, gli abitanti dei villaggi vicini iniziarono a chiamarla foresta di Doña Ana o più semplicemente Doñana.

I duchi di Medina Sidonia si trovavano in grandi difficoltà economiche quando decisero di vendere i terreni del futuro parco ai proprietari delle cantine vitivinicole di Sanlúcar de Barrameda. Nel 1900 la riserva di caccia venne divisa in vari appezzamenti terrieri e venduta a diversi proprietari. All’interno del parco vennero intraprese le prime attività economiche come ad esempio lo sfruttamento del legname. Per questo motivo sorsero ben 4 villaggi diversi che arrivarono ad ospitare fino a 400 persone.

Nel 1969 il governo spagnolo espropriò i terreni che erano ancora in mano ai privati per creare il parco nazionale di Doñana. Nel 1980 l’UNESCO proclamò Doñana riserva della biosfera e nel 1994 patrimonio dell’Umanità.

DOÑANA PATRIMONIO UNESCO

Vediamo dunque quali sono i motivi che hanno spinto l’Unesco ad includere il parco tra i suoi siti protetti:

situato in Andalusia, il parco di Doñana occupa la parte destra dell’Estuario del fiume Guadalquivir, vicino alla sua foce nell’Atlantico. Esiste una grande varietà di biotopi al suo interno: lagune, paludi, aree boschive, colline mediterranee e dune mobili e fisse. E’ l’habitat naturale di 5 specie in pericolo d’estinzione e casa di una delle maggiori popolazioni di garze della regione mediterranea. E’ inoltre il rifugio invernale di più di mezzo milione di uccelli acquatici.

NB: citazione che ho tradotto dallo spagnolo presa dal sito dell’unesco

COME VISITARE IL PARCO DI DOÑANA

los llanos de Velázquez

Ci sono vari punti di ingresso del parco, io parlerò esclusivamente dell’accesso da Sanlúcar. Se ti interessano altri punti d’accesso dai un’occhiata al portale della regione Andalusia sulla loro pagina dedicata al parco di Doñana.

Ci sono due possibilità di visitare il parco partendo da Sanlúcar. La prima è quella che abbiamo scelto noi: visita in barca lungo il fiume con una fermata all’interno del parco. La visita dura all’incirca due ore e mezza e costa 20 euro. I biglietti si acquistano presso la Fabbrica del Ghiaccio a Sanlúcar ma bisogna prenotare i posti in anticipo telefonicamente. (Tel.: 956363813 // info@visitasdonana.com; www.visitasdonana.com).

La seconda possibilità è quella di abbinare la visita in barca con un’escursione in jeep 4×4. Prima di tornare a Sanlúcar la barca passa anche attraverso la foce del fiume Guadalquivir. La visita in questo caso costa 40 euro e l’impresa turistica che l’organizza è la stessa che vedete sopra. Un dettaglio fondamentale prima di partire: munitevi di un potentissimo antizanzare, altrimenti sarete preda di zanzare fameliche non appena metterete piede all’interno del parco!

LA NOSTRA VISITA

poblado de la plancha

Ci siamo recati di buon ora verso Bajo de Guía da dove partono le barche dirette verso il parco. Se avete un pochino di tempo da dedicare a questo quartiere, passeggiate lungo l’Avenida Bajo de Guía. Rimarrete a bocca aperta davanti alle bellissime ville che ci sono in questa via: una più bella dell’altra. La maggior parte di queste ville furono costruite agli inizi del secolo scorso. I loro proprietari erano chiamati indios: emigrati in America Latina alla ricerca di fortuna, tornavano in patria ricchi sfondati.

Dopo aver ritirato i biglietti alla Fábrica de Hielo abbiamo preso posto all’interno della barca che ci avrebbe portato fino alle sponde del parco. Eravamo in buona compagnia: molte famiglie con bambini piccoli avevano deciso di fare il tour a piedi. Mentre la barca navigava lungo il fiume la nostra guida ci raccontava con l’autoparlante le caratteristiche principali del parco.

Il parco è infatti composto da varie parti completamente diverse tra loro: la foresta fitta, habitat naturale di molte specie di animali tra cui il cervo, le dune costiere e le paludi. Pensate che la spiaggia che lambisce il parco ha un’estensione totale di 35 chilometri ed è la spiaggia più lunga d’Europa! E’ totalmente incontaminata ed è assolutamente proibito fare il bagno.

Abbiamo visto con i nostri occhi un gruppo di persone che, ignorando il divieto, sono sbarcati nel parco per prendere il sole nella spiaggia. Le nostre guide si sono messe immediatamente in contatto con le guardie forestali che li hanno cacciati. Quanta irresponsabilità!

IL POBLADO DE LA PLANCHA

poblado de la plancha

Siamo sbarcati in corrispondenza con uno dei quattro antichi villaggi che, come vi raccontavo prima, sorsero quando venne deciso di sfruttare economicamente il parco. Ci siamo divisi in due gruppi e la nostra guida ci ha portato a visitare il poblado de la plancha e le sue vicinanze.

Rimangono ancora in piedi le case tipiche chiamate chozas fatte di materiali naturali: erano traspiranti e impermeabili per resistere alle condizioni veramente dure del parco. Esistevano vari tipi diversi di case: la casa dove si dormiva, un’altra dove si cucinava e un’altra dove si faceva vita comune. In ogni casa vivevano 5/6 persone.

PINAR DEL FARO Y LOS LLANOS DE VELÁZQUEZ

Il secondo punto della visita è il Pinar del Faro. Per arrivare fino a lì dal poblado de la plancha c’è una passerella in legno che è stata creata apposta per facilitare il percorso ai visitatori. In questo punto la guida ci ha mostrato la vegetazione tipica del parco: il pino domestico (chiamato pino piñonero in spagnolo), il lentischio e la quercia da sughero.

Ci ha raccontato che il dittatore Franco voleva piantare gli eucalipti per poterli sfruttare economicamente. Questo sarebbe stato un vero disastro per la diversità della flora e fauna del parco, dato che l’eucalipto è un tipo di pianta infestante che avebbe distrutto l’intero ecosistema. Per fortuna questo progetto venne rapidamente abbandonato.

L’ultimo punto della visita sono los llanos de Velázquez: un punto di osservazione privilegiato nascosto tra la vegetazione dove è possibile avvistare qualche protagonista della fauna locale. E di animali nel parco ce ne sono tantissimi! Cervi, daini, cinghiali, uccelli, la lince iberica (che è in pericolo d’estinzione)….

Lì non siamo riusciti a vedere nessun animale per dire la verità, ma il momento più emozionante lo abbiamo vissuto già di ritorno verso la barca. Vicino al paesino de la plancha, ecco che un daino è uscito timidamente da uno dei cespugli e si è mostrato in tutta la sua bellezza! Purtroppo non sono riuscita ad immortalare il momento per mostrarvelo: i miei occhi rimarranno gli unici fedeli testimoni di quello che è successo.

CONSIGLI UTILI PER VISITARE DOÑANA

In conclusione vorrei darvi qualche consiglio per poter organizzare al meglio la vostra visita all’interno del parco. Innanzitutto, credo che l’epoca migliore per poter visitare il parco è la primavera o l’autunno. Il caldo intenso dell’estate rende molto più difficili gli avvistamenti. Secondariamente se potete, scegliete l’opzione di visita che includa anche la jeep 4×4, perchè vi permette di visitare molti più ambienti del parco e vedere molti più animali.

Noi abbiamo scelto la visita semplice perchè le jeep non sono equipaggiate con seggiolini adatti per i bambini e non ci è sembrata un’attività adatta per un bambino di un anno. Ma in futuro torneremo sicuramente a visitare il parco da soli per poterlo godere al massimo.

Potreste chiedervi come mai vengono ammesse solo le visite guidate. Purtroppo l’ecosistema del parco è minacciato dalla prossimità con le aree coltivate dato che si riservano nei corsi d’acqua ingenti quantitativi di pesticidi. Il cambio climatico fa temere per il futuro del parco…meglio quindi controllare gli accessi al parco per evitare che comportamenti irresponsabili danneggino ulteriormente la già precaria situazione.

Spero che questo resoconto sul parco nazionale di Doñana vi sia piaciuto e fatemi sapere nei commenti se ci siete mai stati o se avete intenzione di visitarlo nel futuro.

6 commenti

  • Erminia Sannino

    Un polmone verde molto importante per l’Andalusia e tutta la Spagna. Non ho ancora avuto modo di visitarlo, eppure sono stata in Andalusia tantissime volte.

    Martina, dobbiamo organizzare un tour a Barcellona!

  • Eliana

    Quando ho progettato il mio itinerario in Andalusia di 16 giorni ero indecisa se inserire anche il Parco di Donana visto il mio amore viscerale per il birdwatching: ci ho rinunciato però dato che già il bagaglio era pesante e avrei dovuto portare anche le valigie per gli obiettivi fotografici! La prossima volta non mancherò!

  • Paola

    Nonostante il mio grande amore per l’Andalusia non conosco questo parco meraviglioso. Con un marito appassionato birdwatcher, è sicuramente una meta che può accontentare entrambi. Bellissimo.

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