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GIAPPONE,  PAESI DEL MONDO,  PATRIMONIO UNESCO

Dormire in un tempio a Koyasan

La nostra luna di miele in Giappone è stata costellata da tantissime esperienze fantastiche. Ma se dovessi scegliere, sotto tortura, l’esperienza top delle nostre vacanze la mia mente penserebbe subito a Koyasan. Insieme a Yoshino-Omine e Kumano Sanzan, il monte Koya è entrato a far parte della lista dei patrimoni UNESCO giapponesi come luogo sacro e meta di pellegrinaggio dei monti Kii, motivo più che sufficiente per me per farlo schizzare in cima alla lista dei luoghi da visitare.

In pochi altri posti è possibile alloggiare nelle shukubo (locande del tempio): 53 shukubo che ospitano sia pellegrini sia turisti curiosi come noi. Anche voi vi lasciate conquistare dall’atmosfera che si respira nei luoghi che visitate? Vi assicuro che sul monte Koya il misticismo alleggia in qualsiasi piccolo angolo o dettaglio dei templi che visiterete. Ho preparato questa piccola guida per aiutarvi a organizzare il vostro viaggio a Koyasan, continuate a leggere per saperne di più!

COME ARRIVARE A KOYASAN

lanterna giapponese

Arrivare a Koyasan non è complicatissimo ma ci sono alcune cose da tenere in considerazione prima di programmare il viaggio. La stragrande maggioranza dei turisti che arrivano in Giappone acquistano il Japan Rail Pass per poter viaggiare in treno senza preoccupazioni (vi rimando al mio articolo sul Giappone per ulteriori informazioni). Koyasan è una tratta non coperta dal Rail Pass, per cui bisognerà acquistare un biglietto del treno e della funicolare a parte.

L’azienda che gestisce il tratto ferroviario che porta fino a Koyasan si chiama NANKAI. Noi abbiamo preso un treno con il Japan Rail Pass da Kyoto fino alla stazione Namba di Osaka. Da lì abbiamo acquistato il biglietto che ci ha portato fino alla stazione Gokurakubashi sulla linea Nankai Koya. Il tratto finale fino alla stazione finale del monte Koya si percorre in funicolare.

Una volta arrivati in stazione, non resta che prendere un autobus che si ferma in corrispondenza delle numerose locande dei templi. Finalmente arrivati a destinazione!!!

KOYASAN ONSEN FUKUCHIIN: IL NOSTRO ALLOGGIO

koyasan onsen fukuchiin
foto presa da Booking.com

Come vi dicevo prima, potete scegliere tra 53 locande diverse in cui alloggiare per cui avete solo l’imbarazzo della scelta! Vi racconto la nostra esperienza all’interno del Koyasan Onsen Fukuchiin dato che è stata molto positiva, per cui potrebbe servirvi come ispirazione per prenotare proprio qui.

Innanzitutto è situato in un ottima posizione: proprio accanto alla stazione dell’autobus Koya Police Station e a 15 minuti a piedi dal tempio Kongobu-ji, di cui parleremo più diffusamente tra poco.

Uno dei punti di forza di questa locanda, è la presenza di bagni pubblici termali al suo interno, come indica anche in parte il suo nome (Onsen). Dopo una giornata bellissima ma faticosa, con le alte temperature che si registrano ad agosto in Giappone, niente come un buon bagno in un onsen ti rimette in sesto! Certo, bisogna superare un pò la vergogna del mostrarsi nudi di fronte agli altri (i bagni sono separati per sesso) perchè non sono ammessi nè costumi nè vestiti di nessun genere ma ne vale proprio la pena!

giardini del tempio
giardini all’interno del nostro shukubo

All’ingresso del tempio, una volta effettuato il check-in vi chiederanno di consegnare le vostre scarpe che rimarranno al sicuro in un armadietto. All’interno del tempio vi muoverete solo con delle ciabatte speciali fornite dagli addetti al check in. Attenzione a non confondervi, perchè dovrete indossare altre ciabatte di colore diverso esclusivamente per recarvi in bagno (per una questione di pulizia e di decoro, i giapponesi ci tengono tantissimo).

La stanza all’interno della locanda è una tipica abitazione giapponese: pavimenti in tatami (paglia intrecciata) e letti in futon. E’ possibile, ma non obbligatorio, indossare uno yukata durante il nostro soggiorno. Lo yukata altro non è che un indumento estivo di cotone: ve ne forniranno uno al vostro arrivo, una buona occasione per osservare la tradizione giapponese, non trovate?

ponte giapponese

MANGIARE ALL’INTERNO DEL TEMPIO

Una menzione a parte la merita la possibilità di mangiare all’interno del tempio. La colazione è inclusa nel prezzo dell’alloggio mentre se volete degustare la cena dovete prenotarla in anticipo. Entrambi i pasti sono serviti nella sala ristorazione in una stanza riservata apposta per voi.

I pasti sono a base di piatti vegetariani buddisti. La cucina del tempio viene chiamata shojin-ryori (cucina ascetica). Il consumo degli animali così come di qualsiasi verdura eccitante, come cipolle e aglio è vietato. La tempura di verdure, il tofu, la zuppa vegetale di miso e altri piatti dello stesso stile faranno sicuramente parte del vostro menu.

Sarò sincera, in Giappone ho mangiato bene dappertutto tranne che all’interno del tempio. I piatti proposti avevano dei gusti un pò estremi per me, per cui se siete un pò schizzinosi o fate fatica con i sapori un pò particolari, portatevi dietro qualcosa da sgranocchiare. Ad ogni modo, questa è un’opinione totalmente personale: altri amici completamente carnivori hanno assolutamente adorato cenare nel tempio. Se siete curiosi, provateci: non perderete niente per assaggiare dei gusti esotici che probabilmente non potreste assaggiare da nessun’altra parte nel mondo!

LA CERIMONIA MATTUTINA

Un’altra esperienza che rende il soggiorno all’interno del tempio unico è la possibilità di assistere ai riti mattutini buddisti. I riti variano da tempio a tempio: potreste trovarvi a meditare, a copiare dei sutra (brevi frasi o aforismi contenuti all’interno del canone della scuola buddista di riferimento), aiutare a tenere ordinati i giardini e così via…

Noi abbiamo assistito alla cerimonia del mattino: ci siamo alzati all’alba per assistere al canto melodioso dei monaci. Ognuno di noi è stato incoraggiato a prendere e offrire dell’incenso davanti alla statua del Buddha: un piccolo momento simbolico per ringraziare i monaci dell’ospitalità ricevuta. Un altissimo momento di spiritualità che ci ha ampiamente ripagati della sveglia mattutina alle 05:00.

COSA VEDERE A KOYASAN

MONTE KOYA PATRIMONIO UNESCO

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Quali sono le motivazioni che hanno spinto il comitato dell’UNESCO ad annoverare il monte Koya tra i beni protetti dalla convenzione per la protezione dei beni culturali e/o naturali?

I tre luoghi sacri di Yoshino-Omine, Kumano Sanzan e Koyasan sono nascosti tra i boschi frondosi dei monti Kii che dominano l’Oceano Pacifico. Uniti da antichi sentieri di pellegrinaggio alle antiche capitali di Nara e Kyoto, sono un esempio eccezionale della fusione tra la religione shintoista- derivata dall’antica tradizione giapponese del culto alla natura- e il buddismo arrivato in Giappone dalla Cina e dalla Corea.

I tre luoghi (506,4 ettari protetti in totale) e il bosco che li circonda sono esponenti di una tradizione ancestrale che conferiva sacralità alle montagne, che si mantiene viva da oltre 1.200 anni e che è ampiamente testimoniata grazie a un abbondante documentazione.

Attraversata da abbondanti ruscelli, fiumi e cascate, questa regione rimane ancorata alle tradizioni culturali giapponesi, lo dimostra il fatto che venga ancora oggi visitata da oltre 15 milioni di persone, sia per motivi religiosi che escursionistici. Ogni luogo sacro ospita al suo interno vari santuari, alcuni dei quali risalgono al nono secolo.

Credo che questa descrizione aiuti a capire l’importanza del monte Koya all’interno della cultura giapponese, non trovate anche voi? Koyasan è considerato infatti il più noto eremo buddista del paese del Sol Levante. La sua modesta altezza (1005 m) viene compensata in cima dall’altopiano di 12kmq.

Nell’816 Kukai fondò la scuola buddista Shingon, istituendo proprio qui il primo seminario. La città dei templi di Koya è rimasto rifugio esclusivo dei monaci per secoli, pensate che fino al 1873 era vietato l’accesso alle donne.

IL TEMPIO KONGOBU-JI

tempio kongobu-ji

Il nome del tempio significa letteralmente tempio della montagna del Diamante. Venne edificato nel 1592 dallo shogun Toyotomi Hideyoshi, contiene pannelli con dipinti della scuola pittorica di Kano che è diventato il fulcro della scuola Shingon, di cui è ancora la sede principale. Come molti altri templi venne distrutto in un incendio e ricostruito nel 1861.

tempio kongobu-ji

L’interno del tempio con le stanze dipinte è veramente affascinante: pensate che le porte scorrevoli della stanza degli ospiti sono addirittura bagnate in oro! Quello che ci ha sorpreso di più però è stato il giardino esterno Banryutei, semplicemente meraviglioso. E’ il giardino zen più grande del Giappone, costruito nel 1984 per onorare il 1150 anniversario dell’ascesa di Kukai alla meditazione eterna. 140 pietre di granito sono state distribuite tra la sabbia in modo da riprodurre un paio di draghi protettori del tempio.

DANJO GARAN

E’ un grande complesso religioso costruito in corrispondenza al punto in cui atterrò la freccia scoccata da Kukai (chiamato Kobo Daishi dopo la sua morte) secondo la leggenda. Il saggio, di ritorno dalla Cina, voleva edificare un luogo di culto da dove poter diffondere il buddismo al resto del Giappone.

Il rosso e il bianco delle pagode contrasta con il marrone dei templi di legno, ricostruiti varie volte dopo gli incendi che inesorabilmente li distruggevano. I templi edificati non sono solo buddisti ma anche shintoisti. Anche in un luogo sacro per il buddismo come Koyasan curiosamente le due religioni principali giapponesi si mescolano senza soluzione di continuità.

Oltre ai templi e alle pagode c’è un curioso campanario. Un archivio per le antiche scritture, una sala delle cerimonie in onore alle varie divinità e un luogo sacro dove solo a Kobo Daishi veniva permesso di meditare. E’ veramente piacevole passeggiare tra i vari templi: chiudendo gli occhi per un attimo e dimenticandoci dello smartphone e altre diavolerie varie, ci è quasi sembrato di poter viaggiare nel tempo e di trasportarci all’epoca in cui Kukai fondò la prima comunità buddista in Giappone.

CIMITERO DI OKUNO-IN

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Foto di Silsilvia da Pixabay

Sicuramente un’altra visita da non mancare è quella al cimitero di Okuno-in. Purtroppo proprio mentre ci accingevamo ad andare prendendo l’autobus verso il cimitero, ha iniziato a piovere. Il cimitero si trovava proprio nella parte opposta rispetto al nostro alloggio, saremmo dovuti andare in autobus e tornare ed era già molto tardi. Abbiamo quindi deciso a malincuore di tornare nello shukubo che ci ospitava.

Che peccato però! A giudicare dalle foto che ho visto in seguito, il cimitero è un luogo altamente spirituale: pensate che comprende oltre 100.000 tombe e monumenti funerari dei personaggi più illustri della storia giapponese. Tra le tombe troverete quella di Kukai, il fondatore di Koyasan, anche se alcuni sostengono che egli in realtà non sia mai morto e che si trovi in meditazione perenne, chissà…

Termina qua il racconto su Koyasan e la nostra esperienza all’interno di un shukubo. Che dite, provereste anche voi a dormire all’interno di un tempio? Fatemelo sapere nei commenti!

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