
Enoturismo in Spagna
Una forma interessante e curiosa di viaggiare è quella di visitare una cantina vitivinicola. Una passeggiata tra i vigneti, una coppa di vino e qualche stuzzichino sono capaci di rimetterti in pace con il mondo. Mio marito è diventato, soprattutto nell’ultimo periodo, fan assoluto dell’enoturismo e se mi conoscete bene, sapete che per me qualsiasi scusa è buona per uscire di casa!
Le cantine italiane e francesi sono sicuramente le più rinomate e conosciute ma vi assicuro che anche quelle spagnole sono altrettanto belle e meritano una visita. Credo che anche a chi non piace il vino possa trovare queste visite interessanti, anche solo per ammirare gli interni delle cantine e i vigneti. Ho visitato le cantine Berlucchi in Franciacorta e le cantine Sandeman a Porto ma in quest’articolo vorrei parlarvi di tre cantine spagnole speciali che attireranno sicuramente la vostra attenzione.
BODEGAS TÍO PEPE (GONZÁLEZ BYASS) – JEREZ DE LA FRONTERA


Ho voluto iniziare con il botto parlandovi della cantina che, tra tutte, mi è piaciuta di più. La sua maestosità è difficile da replicare, la sua bellezza traspassa il semplice concetto dell’enoturismo. E’ veramente magnifica!
Una piccola introduzione vi aiuterà sicuramente a capire l’importanza di questa cantina. Se siete stati a Madrid avrete avuto sicuramente modo di ammirare la famosa insegna del Tío Pepe nella Puerta del Sol, il punto nevralgico della città. Io ho visto la stessa insegna anche a Siviglia e non escludo che ne esistano altre in altre città spagnole.
Il simbolo della bottiglia con la giacca e il cappello rossi e la chitarra spagnola ha letteralmente fatto il giro del mondo ed è facilmente riconoscibile da tutti, l’avevate mai visto?


VISITA ALLA CANTINA
La visita inizia con un video introduttivo che racconta la storia della fondazione della cantina. Seguiamo le prodezze del giovane imprenditore Manuel María González che nel 1835 iniziò i suoi primi passi nel mondo del vino.
Ebbe talmente successo che decise di seguire personalmente anche il processo di produzione . Qui entrò in gioco suo zio José Ángel. Gli insegnò tutto quello che sapeva sul mondo del vino. In suo onore Manuel decise quindi di chiamare il suo vino più famoso Tío Pepe (diminutivo di José).
La vendita delle prime bottiglie in Inghilterra da parte di Robert Blake Byass ne decretò la fortuna a livello internazionale e convinse i due uomini ad associarsi per proseguire insieme il lavoro. Ecco dunque spiegato il nome delle cantine: Gónzalez Byass!
La visita poi continua all’interno della cantina dove si ammirano le botti d’invecchiamento del vino e viene spiegato il procedimento particolare che ne permette la creazione. Non voglio annoiarvi eccessivamente con dettagli tecnici ma vi basti sapere che in ogni bottiglia di vino che potete degustare di questa cantina ci sarà una piccolissima parte del primo vino originale del 1835!
Funziona infatti così: ogni botte contiene al suo interno vino vecchio e vino nuovo che vengono uniti per creare un sapore sempre uguale all’originale. In questo tipo di produzione di vino non esistono le annate come siamo abituati da noi. Alcune delle botti che potrete ammirare sono state firmate da personaggi spagnoli molto noti, come Pablo Picasso o addirittura il re emerito e la regina.

La visita prosegue su un trenino che permette di visitare comodamente il resto della cantina fino ad arrivare alla magnifica sala delle botti. In questa sala all’aperto ogni botte è contrassegnata con una bandiera: simboleggiano tutti i paesi in cui vengono esportati i prodotti vitivinicoli González Byass.
Una degustazione di due vini della cantina chiude in grande stile la visita a questa cantina, che per dimensioni ricorda quasi un piccolo paese in miniatura.


INFO UTILI PER LA VISITA:
ENOTURISMO: La visita che vi ho descritto costa 18 € a persona. E’ possibile prenotare in anticipo sul sito oppure acquistare direttamente alla cantina (se ci sono ancora posti liberi). La visita guidata è disponibile in spagnolo, tedesco o inglese.
BODEGA HIDALGO LA GITANA- SANLÚCAR DE BARRAMEDA

Nell’articolo su Sanlúcar di Barrameda vi avevo già brevemente accennato alla nostra visita alla cantina Hidalgo la Gitana. Si tratta in realtà di una delle tante cantine che potete visitare in questa bella cittadina andalusa. Lo stesso discorso vale per Jerez de la Frontera.
Sia Jerez de la Frontera che Sanlúcar appartengono infatti alla stessa denominazione d’origine: si tratta della D.O. Jerez-Xérès- Sherry, Manzanilla- Sanlúcar de Barrameda e Vinagre de Jerez.
TIPI DI VINI DI JEREZ

L’uva dalla quale nascono i vini di questa denominazione d’origine si chiama Palomino Fino. I nomi dei vini invece dipendono dalla zona vitivinicola: a Jerez si parla di vino Fino (il Tio Pepe ne è un esempio) mentre a Sanlúcar di Manzanilla.
I due vini sono come cugini di primo grado: molto simili in tanti aspetti, la differenza principale risiede nel diverso ambiente in cui vengono invecchiati. I venti provenienti dall’oceano atlantico e dal fiume Guadalquivir conferiscono un sapore particolare al vino Manzanilla (il cui nome significa curiosamente Camomilla in spagnolo).
Gli altri vini che potete vedere in foto seguono diversi procedimenti:
- Amontillado (citato anche in una novella di Edgar Allan Poe)
- Oloroso
seguono lo stesso procedimento di crianza biológica del Manzanilla e del Fino. Mentre il
- Palo Cortado
- Moscatel
- Pedro Ximénez
seguono un altro procedimento chiamato crianza oxidativa, dove interviene l’uomo per migliorare o esaltare alcune caratteristiche del vino stesso.
VISITA ALLA CANTINA


La visita in questo caso è iniziata nel ristorante Entre Botas, di proprietà della cantina, dove ci è stato offerto un vino di benvenuto. La guida ci ha portato poi all’interno della cantina dove ci ha fatto una piccola introduzione sulla denominazione d’origine di Jerez e sulla crianza biológica del vino.
E’ un metodo utilizzato in tutta la zona per far invecchiare biologicamente il vino: si riempie la botte lasciandone l’ultima parte libera. L’aria all’interno della botte in reazione con il vino crea uno spesso strato di lieviti chiamato velo de flor. In questo modo il vino viene protetto dall’azione ossidativa dell’ossigeno. Riceve inoltre micronutrienti che ne migliorano le sue caratteristiche organolettiche.
Alla fine mischiando il vino vecchio come il vino nuovo si ottiene un ottimo Manzanilla, sempre uguale a quello delle annate precedenti!
BREVE STORIA DELLA CANTINA

Ci siamo poi spostati all’interno di uno studio del XVIII secolo appartenuto a Don José Pantaleón Hidalgo, il fondatore della cantina. E’ stata la giusta occasione per raccontarci brevemente la storia di questa cantina che è iniziata nel 1792. Il vero successo arrivò però grazie al figlio Eduardo, un imprenditore con le idee molto chiare. Attualmente siamo arrivati addirittura all’ottava generazione di Hidalgo a capo di questa cantina!
La guida ci ha raccontato anche una curiosità legata al nome del suo vino Manzanilla più famoso: la Gitana. Ci sono due versioni della leggenda. La prima narra che una zingara vendeva a Málaga questo vino. Gli abitanti di Málaga lo chiamavano il vino della gitana e ai proprietari piacque così tanto questo nome da diventare quello ufficiale. La seconda versione più pepata ci racconta che questa gitana era un’amante di don Eduardo…chissà quale delle due versioni è quella vera!


La visita prosegue poi con un brevissimo giro all’interno delle cantine. La degustazione finale di 4 vini viene fatta in una parte della cantina accanto alle botti: molto più scenografica rispetto a quella del Tío Pepe!
INFO UTILI PER LA VISITA:
ENOTURISMO: Esistono varie tipologie di visita tra le quali scegliere. Quella che abbiamo fatto noi è la visita normale al costo di 15 € che include un vino di benvenuto, la visita guidata e la degustazione finale di 4 vini.
Come per l’altra cantina, anche qui è possibile prenotare online sul loro sito (vi ho lasciato il link qualche riga sopra) oppure direttamente al negozio della cantina, dove è possibile acquistare il vino una volta finito il giro. Le visite in inglese sono alle 11, mentre alle 12 o alle 13 sono in spagnolo.
BODEGAS JEAN LEÓN- TORRELAVIT


Dobbiamo spostarci di regione fino ad arrivare in Catalogna per visitare questa cantina. La zona vitivinicola dove la possiamo trovare si chiama Penedés. Noi l’abbiamo visitata in una giornata di pioggia e la sfortuna si è trasformata in grande fortuna dal momento che eravamo completamente da soli. Un’intera visita guidata solo per me e mio marito, questa fortuna non mi era mai capitata prima!
JEAN LEÓN: LA SUA STORIA


In questo caso, oltre alla bontà del vino, il vero protagonista della cantina è il suo fondatore: il mitico Jean León, ovvero Ángel Ceferino Carrión Madrazo. E credetemi, la sua è una storia veramente interessante, di rivincita e di rivalsa. Un video ci racconta dei suoi inizi umili in Spagna e dei suoi tentativi di emigrare in America senza documenti.
Il suo arrivo a New York, dove fa qualsiasi tipo di lavoro pur di sopravvivere fino a diventare tassista con il numero di licenza 3055. Ne andrà talmente orgoglioso da inserire questo numero sulle etichette delle sue bottiglie di vino. E’ qui che decide di cambiare nome: Jean León, il nome con cui si farà chiamare fino alla morte.
La vera svolta arriva però quando decide di trasferirsi a Los Ángeles. Inizia a lavorare nei ristoranti di proprietà di Frank Sinatra. Quest’ultimo lo prende sempre più in simpatia fino al punto di presentargli tutto il jet set di attori dell’epoca. Diventa amico intimo di Dean Martin, che sarà il padrino di battesimo di uno dei suoi figli, e con il quale ha in progetto di aprire un ristorante ad Hollywood.
Purtroppo l’attore muore in un incidente poco prima che il ristorante venga aperto, ma Jean León decide di proseguire con il loro progetto comune. Apre così La Scala, un ristorante famosissimo di L.A. ancora aperto oggi e gestito dalla figlia Gigi.
Uno dei suoi sogni è poter offrire ai clienti del ristorante un vino progettato e realizzato da lui, nei primi anni sessanta si mette quindi a cercare in Europa un terreno adatto al tipo di vigneto e di uva che aveva in mente di coltivare.
Finalmente trova nel Penedés un terreno adatto ma, causando grande sconcerto negli altri viticultori della zona, strappa via i vitigni autoctoni e impianta uve Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Chardonnay.
Nel 1981 nella ceremonia di investitura di Ronald Reagan venne scelto come vino ufficiale la Vinya La Scala Cabernet Sauvignon Gran Reserva 1975 anche grazie all’intenso rapporto di amicizia che correva tra i due uomini. Niente male per un’immigrato non in regola degli anni ’30, no?
Purtroppo nel 1994 gli viene diagnosticato troppo tardi un cancro alla laringe incurabile e, visto che nessuno dei suoi figli voleva prendersi a carico le vigne, decide di cedere a una potente famiglia viticoltora spagnola la sua proprietà.
DEGUSTAZIONE DEL VINO


In una bellissima stanza con delle vetrate che danno direttamente sulle vigne abbiamo degustato i 4 vini provenienti dalla cantina. Essendo da soli, abbiamo avuto tempo di degustare tranquillamente il vino e la guida ci ha spiegato con dovizia di particolari quali sono le caratteristiche da osservare per poterne capire l’anima e il sapore.
E’ importante valutare il colore del vino, il suo odore e le lacrime che lascia sul bicchiere. Queste caratteristiche ci possono aiutare a capire l’essenza del vino ancora prima di degustarlo. Una volta assaggiato si elencano tutti i sapori che ci vengono in mente, la sua struttura e la sua fragranza. Un procedimento affascinante!
IL RESTO DELLA CANTINA


Una piccola passeggiata in mezzo alle vigne ci ha portato fino alla cantina vera e propria, la mia parte preferita della visita. Oltre alle botti, la stanza che mi è piaciuta di più è quella dove sono state conservate le bottiglie di vino antiche divise per annate. Che atmosfera magica si respira lì dentro!
INFO UTILI PER LA VISITA:
ENOTURISMO: In questo caso è un pò più complicato prenotare dato che sul sito si trova solo l’informazione generica sulle varie visite disponibili. Bisogna poi necessariamente contattare via mail o telefonicamente l’ufficio vendite e indicare la visita prescelta. Solo così poi vi arriveranno gli estremi bancari per poter effettuare il bonifico e poi confermare la visita. La visita normale + degustazione di 4 vini costa 20 €: vi lascio comunque qui il link al loro sito ufficiale.
Fatemi sapere nei commenti se questo articolo è stato di vostro gradimento e se avete altre cantine da consigliarmi, sia in Italia che all’Estero!

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14 commenti
Lara
Amo questi tour enoturistici! Bellissima anche la scelta di visitare la cantina BODEGAS JEAN LEÓN- TORRELAVIT, davvero suggestiva! Tra l’altro non avevo mai pensato di fare una visita ad una cantina in Spagna, molto interessante!
Martina Curra
Sono contenta che ti sia piaciuto l’articolo!
firstepilprimopasso
Anche a me piace molto l’enoturismo e quando siamo stati a Jerez abbiamo visitato le cantine di Tio Pepe, bellissime! Se ti piacciono le cantine cerca le Cantine del Notaio in Basilicata, a Rionero nel Vulture, dove ogni casa ha la sua cantina di tufo sottoterra per conservare il vino. Ti ho incuriosito?
Martina Curra
Mi hai incuriosito davvero, me le sono segnate per quando torno in Italia!
Lisa Trevaligie Travelblog
Ho provato alcuni vini di Jerez durante una degustazione in un locale dell’Andalusia, e me ne sono innamorata all’istante. Credo abbiano un gusto molto particolare, riconducibile sicuramente ai terreni in cui sono coltivati i vitigni e e dal modo in cui vengono invecchiati.
Martina Curra
hai proprio ragione, i vini di Jerez sono unici al mondo!
Margherita
Tra due settimane andrò a Barcellona, chissà che non trovi qualche tour enologico! Tante volte in Spagna, ma non ho mai pensato di visitare qualche cantina, accetto volentieri questi spunti, anche perché sono tutte località che non conosco!
Martina Curra
sono contenta ti siano serviti da ispirazione!
Paola
Da amante del vino, adoro questo tipo di tour enogastronomici!
Io ero stata a La Geria a Lanzarote in una cantina incredibile!
Martina Curra
me la segno assolutamente!
Michela
Grazie per avermi fatto scoprire quello che avrei potuto e voluto vedere, se solo fosse stato aperto! Qualche anno fa ho trascorso le vacanze estive in Andalucia e da appassionata di enoturismo, avevo deciso di dedicare il ferragosto a Jerez e le sue cantine. Risultato: città deserta e tutto chiuso. Che peccato! 🙁
Martina Curra
cavoli mi spiace molto!!!!!
ERMINIA SANNINO
Questa sarà la prossima esperienza che farò. Da quanti anni vivo a Barcellona, ho sempre solo dato fiato alla bocca dicendo di voler visitare la Bodega Torres e tutte le altre che ci sono tra il Penadés e l’Empordá. Intanto, ho prenotato un posticino tra vigneti per settembre. Vediamo, però, se riesco a fare anche un picnic con visita e degustazione prima dell’estate!! Te apuntas?
Martina Curra
me apuntaría, ma non posso bere eheheheheh :)!!!