PATRIMONIO UNESCO,  SPAGNA

Un weekend a Saragozza

Saragozza, capoluogo della regione Aragona, era da tempo sulla mia lista di destinazioni da visitare. Una grata coincidenza ha reso possibile che uno degli ultimi weekend di dicembre potessi passarlo proprio qui. Una delle mie amiche spagnole più care di Terrassa, la città dove vivo, è originaria di Saragozza e tutta la sua famiglia vive lí. Mi ha quindi invitato ad andare con lei a trovare sua mamma, per me è stato un piacere enorme conoscere la sua famiglia e visitare questa bellissima città.

Si tratta della quarta città più grande della Spagna dopo Madrid, Barcellona e Valencia. Caesar Augusta al tempo dei romani, Saraqusta sotto il dominio arabo ha cambiato vari nomi fino ad arrivare all’attuale che in spagnolo si scrive Zaragoza. Il fiume Ebro attraversa la città grande e imperioso dotando la città di vari ponti, il cui più famoso è il ponte di pietra dal quale si possono ammirare delle viste spettacolari sulla Basilica del Pilar. In inverno spesso sferza un vento gelido chiamato Cierzo e in estate invece l’afa investe la città con forza.

Vi invito dunque a ripercorrere con me i due giorni passati a Saragozza, città che mi è piaciuta molto e che consiglio perché perfetta da esplorare in un weekend!

PRIMO GIORNO: SARAGOZZA CENTRO

Il nostro percorso comincia da Plaza Aragón, una piazza dedicata alla regione Aragona dove potrete trovare una statua dedicata alla Pilárica, la madonna del Pilare: patrona di Saragozza, della regione Aragona, della Spagna, delle Poste e della Marina. Assistiamo, a sorpresa, a un’esibizione di Jotas, il ballo tipico aragonese. Nonostante il freddo pungente di dicembre, né i ballerini, né i cantanti né i musicisti si sono scoraggiati: veramente un bel modo per iniziare la visita a questa città!

Ci avviciniamo poco a poco al centro della città percorrendo Paseo de la Independencia e arrivando in Plaza de España. Giriamo in Calle del Coso ed entriamo a visitare l’esposizione temporanea dedicata alle stampe giapponesi nel Palacio de los Condes de Sástago. In questo caso l’ingresso è gratuito ma si possono visitare solo le sale dedicate all’esposizione e non il palazzo intero. Una sala intera è dedicata alle stampe erotiche del diciannovesimo secolo: quello che vediamo ci strappa qualche sonora risata!

Ci addentriamo quindi tra le vie del Tubo, un quartiere della città pieno di bar di tapas e locali dove è concentrata la movida notturna della città. Noi ci fermiamo qui invece per mangiare delle buonissime tapas da due bar molto conosciuti: El Champi e la Taberna de Doña Casta.

Nel Champi la specialità della casa (e unica tapa disponibile) sono i funghi champignon. Ve li servono grigliati alla piastra con una salsina verde d’accompagnamento che è la fine del mondo! Astenersi, ovviamente, i non amanti dei funghi.

Nella Taberna de Doña Casta, invece, il menú è più ampio anche se la specialità di casa sono le croquetas (crocchette) di vari gusti e sapori.

Per chiudere il pranzo in bellezza con un dolcetto ci dirigiamo vicino alla Piazza del Pilar in una galleria porticata dove mangiamo un’ottima cheesecake da Café Botanico, un posticino che vi consiglio caldamente.

BASILICA DEL PILAR

La Basilica di Nostra Signora del Pilar è una chiesa cristiana dedicata alla Vergine Maria. Insieme alla Cattedrale di San Salvador è concattedrale di Saragozza. Le sue dimensioni sono davvero imponenti: è quasi impossibile riuscire a racchiudere la sua mole in un’unica foto, soprattutto a distanza ravvicinata.

Bisogna infatti allontanarsi fino ad arrivare al fiume Ebro e al ponte di pietra, costruito in epoca romana, che lo attraversa per poter scattare una fotografia intera della chiesa con tutte le sue meravigliose cupole colorate.

Una leggenda narra che fu uno dei 12 apostoli a costruire questa chiesa quando gli apparve la Vergine Maria seduta su una colonna (pilar). La devozione e il fervore popolare sono molto accesi nei confronti della Pilarica: in un punto della chiesa si può addirittura toccare la colonna dove è apparsa la Madonna all’apostolo Giacomo. La statua della Madonna è alta solo 36 centimetri e viene coperta quasi tutti i giorni da più di 500 vestiti diversi all’anno!

Un’altra curiosità legata a questa chiesa è che troverete due bombe inesplose esposte in una delle colonne della basilica. Nel 1936, durante la guerra civile spagnola, un’aereo del bando repubblicano sganciò varie bombe su Saragozza. Due di esse andarono a finire dentro la basilica del Pilar senza fortunatamente esplodere. Sul muro accanto alle due bombe sono ancora visibili i buchi che lasciarono le bombe al loro passaggio dentro la chiesa.

Ad una delle otto cupole presenti, la Regina Martyrum, lavorò Francisco Goya, pittore aragonese famoso sia in patria che nel resto del mondo.

L’entrata alla chiesa è gratuita rispettando gli orari di culto. Con soli 3 euro in più potrete prendere un’ascensore panoramico presente all’interno di una delle quattro torri della Basilica. Purtroppo era chiuso quando siamo passate di lì ma la mia amica, che a Saragozza è di casa, mi assicura che le viste panoramiche sono veramente incredibili!

PLAZA DE NUESTRA SEÑORA DEL PILAR E DINTORNI

Anche se la Basilica del Pilar occupa un luogo di assoluto protagonismo all’interno della piazza omonima, c’è molto altro da vedere! La piazza è talmente grande che vari edifici si affacciano qui, come ad esempio il comune della città che si trova proprio accanto alla chiesa. Il potere secolare si trova proprio accanto a quello temporale.

Durante il periodo natalizio è possibile entrare all’interno del comune e scrivere la propria letterina ai re magi che qui in Spagna sono i responsabili di portare i regali ai bambini il 6 gennaio. Nello spazio antistante la Basilica invece, sempre nello stesso periodo, viene montato un presepe gigante, varie bancarelle di dolciumi e street food e molti giochi per i bambini.

Sul lato nord della piazza c’è una curiosa fontana di grandi dimensioni che si chiama fonte dell’Ispanità: dedicata a tutti i popoli e le nazioni che condividono la lingua ispanica (30 in tutto). E’ una specie di cartina geografica che include solo questi paesi, le tre caravelle di Cristoforo Colombo e un globo terracqueo in cemento.

Accanto alla fonte troviamo la piccola chiesa di San Juan de los Panetes, il cui campanile pendente ricorda quello di Pisa.

Poco lontano si trova anche il Torreón de la Zuda, una torre che faceva parte di un’antico palazzo musulmano che attualmente non esiste più. Proprio qui si trova l’ufficio turistico di Saragozza e all’ultimo piano si possono godere delle viste spettacolari sulle torri della Basilica del Pilar e sul fiume Ebro.

PONTE DI PIETRA

Proprio accanto alla plaza de Nuestra Señora del Pilar scorrono le acque del fiume Ebro, il fiume più grande della Spagna. Il Ponte di Pietra è il più antico tra tutti i ponti che collegano le due sponde del fiume. Esistono testimonianze scritte che rimandano a un ponte già costruito in epoca romana anche se quello attuale risale al 1440.

E’ chiamato anche ponte dei Leoni per la presenza di quattro statue leonine che vennero collocate nel 1991. Come vi accennavo prima, proprio sul ponte si possono ottenere le migliori viste della Basilica del Pilar in lontananza.

Per arrivare al ponte dalla piazza del Pilar, si può passare dietro al comune di Saragozza e passare da una piccola piazzetta con una statua curiosa di un’asinello. Si dice che montare sopra l’asinello porti fortuna, io ovviamente ci ho provato!

CATTEDRALE DELLA SEO- SAN SALVADOR

Ci siamo poi dirette verso la Cattedrale della Seo, una chiesa di dimensioni molto più modeste rispetto alla Basilica del Pilar ma dalla grande importanza storica tanto da meritarsi l’appellativo di concattedrale.

E’ una chiesa veramente particolare: venne costruita nel 1140 sopra i resti di un’antica moschea e venne continuamente rimaneggiata nel corso dei secoli. Il risultato è un mix sorprendente di vari stili architettonici completamente antitetici tra di loro. L’entrata è a pagamento (7 € biglietto intero) e noi per mancanza di tempo abbiamo deciso di ammirarla solo da fuori.

La parte più importante della chiesa (o per lo meno quella che interessava di più la sottoscritta) si trova infatti all’esterno nelle mura del lato Nord chiamate della Parroquieta. Qui si trovano degli splendidi arabeschi che per il loro valore artistico fanno parte, insieme ad altri monumenti in Aragona, del sito seriale Arte Mudéjar en Aragona patrimonio UNESCO dal 1986.

Per capire che cos’è l’arte mudéjar dobbiamo capire cosa significa il termine mudéjar. Si riferisce a tutte le persone musulmane che sono rimaste in Spagna dopo il 1492. Con la riconquista della Spagna da parte dai re cristiani ha fine il dominio islamico che deteneva il potere su gran parte della penisola iberica da secoli. I musulmani dunque avevano due scelte: o andarsene o rimanere. Molti decisero di rimanere e, almeno all’inizio, veniva loro garantita la possibilità di praticare la loro fede e parlare la loro lingua.

La loro espressione artistica, un misto tra arte cristiana e arte islamica, è chiamata arte mudéjar.

Proprio accanto alla cattedrale si trova la casa e l’arco del Deán (decano): un bell’esempio di costruzione tipica aragonese.

TEATRO ROMANO

L’ultimo monumento che abbiamo visitato il primo giorno è stato il teatro romano. La sua costruzione data del primo secolo d.C. dell’età di Tiberio e Claudio e venne costruito su modello di altri teatri romani dell’epoca. Ha capacità per ospitare fino a 6.000 persone.

Il Teatro è visibile dall’esterno della piazza omonima ma se siete interessati potete anche decidere di visitare il museo omonimo che vi darà accesso anche al suo interno (prezzo biglietto intero: 4 €). Noi lo abbiamo ammirato da fuori e abbiamo deciso di fermarci per un aperitivo al bar del Museo. E’ stato veramente suggestivo rilassarsi con il profilo del Teatro sullo sfondo, ve lo consiglio caldamente!

SECONDO GIORNO: PALACIO DE LA ALJAFERÍA

ll secondo giorno l’abbiamo dedicato completamente alla visita del castello dell’Aljafería. Si tratta di un palazzo fortificato costruito nell’undicesimo secolo come residenza dei re musulmani e che nei secoli si è trasformato in palazzo cristiano e residenza dei re cattolici, carcere dell’Inquisizione e dal 1987 sede del parlamento della regione.

Per me si tratta di una visita assolutamente imprescindibile a Saragozza che bisogna programmare per bene dato che si trova in una posizione defilata rispetto al centro e bisogna dunque andarci apposta. Fate conto di dedicare almeno due o tre ore piene alla visita dato che c’è molto da vedere (noi abbiamo passato qui l’intera mattinata).

Il prezzo del biglietto intero è di 7 € ma la prima domenica e il primo lunedì pomeriggio del mese si può entrare gratuitamente. La visita si presenta come un viaggio nel tempo: la prima parte che si visita è il nucleo centrale del palazzo musulmano. Gli splendidi archi e il giardino della prima sala rivaleggiano in bellezza con l’Alhambra di Granada. Io sono rimasta veramente a bocca aperta vedendo tanta bellezza!

Si salgono poi le scale per arrivare alla parte del palazzo cristiano dove oltre ai magnifici soffitti riccamente decorati viene ospitata una collezione di quadri e schizzi di Goya che rimarranno esposti qui mentre il museo dedicato al pittore aragonese viene ristrutturato. Una curiosità? Una delle Torri, che fungeva da prigione, è stata chiamata Trovador in onore a un dramma romantico scritto da un romanziere spagnolo da cui trasse ispirazione Giuseppe Verdi per scrivere il Trovatore.

L’ultima parte della visita invece viene dedicata alla storia della corona aragonese, della bandiera e da anche la possibilità di visitare l’interno del parlamento regionale.

ARCHITETTURA MUDÉJAR IN ARAGONA

Il Castello dell’Aljafería, come il muro della Parroquieta fa parte dal 1986 del sito seriale “architettura mudéjar in Aragona”. Vi ho già anticipato cosa significa il termine mudéjar ma volevo anche riportarvi le motivazioni che hanno spinto l’Unesco a includere questi siti nella lista di patrimoni dell’Umanità:

L’apparizione dell’arte mudéjar in Aragona, nel XII secolo, avvenne grazie alle particolari condizioni politiche, sociali e culturali della Spagna della Reconquista. Influenzato in parte dall’arte islamica, il mudéjar mostra anche tracce delle tendenze contemporanee dei stili europei, soprattutto il gotico. I monumenti mudéjar- che vennero costruiti fino all’inizio del XVII secolo- si caratterizzano per un’uso altamente raffinato e ingenioso del mattone e della ceramica smaltata, soprattutto nei campanili.

Finisce qui la mia visita a Saragozza. Voi ci siete mai stati? Vi è piaciuto? Vi aspetto nei commenti?

3 commenti

  • Daniela

    Non ho mai visitato Saragozza, ma dopo questo articolo ho deciso di inserirla nel mio elenco delle località da vedere. Sono rimasta partiolarmente affascinata dal PALACIO DE LA ALJAFERÍA che effettivamente ricorda moltissimo la Alhambra di Granada, altra opera architettonica che mi è rimasta nel cuore. Grazie per la condivisione 🙂

  • Annalisa Spinosa

    Nonostante le nostre diverse incursioni nella penisola Iberica, non siamo mai riusciti a fermarci a Saragozza. Un peccato a quanto vedo, poichè numerose e deliziose sono le cose da vedere in città. Non sapevo che ci fosse un castello così maestoso ad esempio, ragion per cui non mancherò di inserire queste chicche nel nostro prossimo intinerario di viaggio in Spagna.

  • Cristina

    Conosco pochissimo la Spagna, ho visitato alcune città ma non sono mai stata a Saragozza che sembra essere una città veramente interessante. L’architettura delle chiese e dei palazzi mi piace tantissimo. Non avevo mai considerato una visita di questa città ma dopo aver letto il tuo articolo l’ho aggiunta alla lista dei luoghi da visitare. Grazie.

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